Candida Albicans: l’intimo nemico delle donne
La Candidosi vaginale è un problema veramente subdolo: non è una patologia grave, eppure può essere davvero invalidante per una donna.
La felicità del rapporto di coppia è minata dalle frequenti recidive, che trasformano i momenti intimi in pura sofferenza. Gravi riscontri si possono avere anche sul benessere psicologico. Liberarsi dalla Candida diventa una missione, i sintomi non lasciano tregua e riportano costantemente il pensiero al problema. La mancata guarigione può causare frustrazione e depressione. Pur essendo ampiamente diffusa l’argomento rimane un tabù e se ne parla molto poco. Quando anche i farmaci non hanno più effetto ecco che si cercano soluzioni alternative dalla fitoterapia allo yoga.
Ma quanto può influire la dieta in tutto questo? Cerchiamo insieme di capirlo.
Identikit della Candida
La Candida Albicans è un lievito normalmente presente nell’intestino umano. Inizia a causare problemi quando prolifera in modo eccessivo prevalendo sugli altri microrganismi. Si instaura quindi una disbiosi, ovvero l’alterazione dell’equilibrio del microbiota intestinale. In parole semplici i batteri che colonizzano l’intestino non sono più in equilibrio tra loro. Se la Candida migra in altri distretti corporei ecco che si presentano situazioni patologiche spiacevoli. Nella donna la Candida può migrare a livello vaginale e dare origine ad un insieme di sintomi molto fastidiosi (tipicamente prurito, dolore, perdite, infiammazione) che interferiscono aspramente con l’intimità di coppia.
Circa il 75% delle donne ha sofferto almeno una volta nella vita di questo problema ed il 40-50% di esse presenta delle recidive (se la Candida si ripete per 4 o più episodi all’anno, si parla di candidosi recidivante). In uno studio italiano del 2008 la vulvovaginite da Candida era presente come motivo della visita ginecologica nel 25% delle donne in età fertile. Quasi come un’epidemia.
Un ruolo cruciale spetta al sistema immunitario: se è compromesso porta a maggiore vulnerabilità per le recidive da Candida. Stress, errata alimentazione, uso di antibiotici e pillola anticoncezionale sono tra le cause scatenanti. Alcune situazioni fisiologiche, come la gravidanza, o patologiche, come il diabete, possono aumentare il rischio di candidosi. Sembrerebbe infatti che la Candida sia influenzata dalla produzione ormonale di estrogeni e dall’equilibrio glicemico.
La patologia viene diagnosticata dal medico a seguito di appositi test di laboratorio (colture) ed in genere il trattamento proposto è a base di antimicotici orali e/o locali. Purtroppo la Candida è in grado di mutare molto velocemente e di diventare resistente alla maggior parte dei farmaci. Per questo è assolutamente necessario rivolgersi ad un esperto e non praticare il fai-da-te. Una terapia mal gestita può rendere ancora più difficile l’eradicazione della Candida.
Autovalutazione della Candida
Di seguito vi riporto alcuni test utili (ma poco noti) per identificare la presenza della Candida realizzabili in autonomia.
– Il Disbiotest che permette di individuare la presenza di disbiosi intestinale (acquistabile in farmacia, misura i livelli di indicano e scatolo prodotti nell’urina, i quali indicano presenza di fenomeni putrefattivi/fermentativi a livello intestinale).
– Il test casalingo della saliva (da effettuare appena svegli, si sputa in un bicchiere pieno d’acqua e si analizza il contenuto dopo mezz’ora circa: se vi sono dei filamenti è possibile che vi sia la presenza di Candida a livello orale).
– Il test casalingo delle urine (riempire un bicchiere di urina e coprirlo con un coperchio, analizzare il contenuto il giorno seguente: se si evidenzia la presenza di briciole giallastre è possibile che vi sia la presenza di Candida).
Inoltre consiglio di valutare, secondo prescrizione medica, il livello di vitamina D (25-OH) nel sangue, soprattutto se le recidive di Candida sono molto frequenti.
Prevenzione della Candida
Vi sono alcuni accorgimenti importanti per prevenire la candidosi, utili anche quando essa è già presente.
– Evitare di assumere farmaci, in particolare antibiotici e pillola anticoncezionale, se non strettamente necessario e sempre sotto controllo medico.
– Prendersi cura dell’intestino attraverso l’alimentazione ed eventuali probiotici, soprattutto se è presente la stipsi (stitichezza).
– Indossare pantaloni non eccessivamente stretti, preferire slip in cotone bianco ed evitare i materiali sintetici.
– Preferire assorbenti in cotone ed evitare quelli interni.
– Al mare o in piscina/spa evitare di rimanere con il costume bagnato a lungo.
– Curare l’igiene personale senza eccedere con l’utilizzo di saponi e prodotti che potrebbero risultare troppo aggressivi ed alterare il pH vaginale, favorendo così la proliferazione della Candida.
Quando il farmaco non funziona
Se si mira soltanto all’eradicazione della Candida attraverso i farmaci spesso non si ottengono risultati o peggio si fortifica il microrganismo rendendolo farmacoresistente. Ciò accade perché dobbiamo ricordare che questo lievito è normalmente presente nell’intestino umano e pensare di eradicarlo del tutto non sarebbe corretto. In secondo luogo anche gli altri batteri benefici risentono dell’effetto della terapia e ciò è un ulteriore svantaggio nei confronti della Candida. Quindi che fare?
Il segreto è ridurne la presenza rendendo l’habitat inospitale e favorire lo sviluppo degli altri batteri benefici.
Successivamente è opportuno fare in modo che il problema non si ripresenti mettendo in pratica gli accorgimenti preventivi descritti precedentemente ed agire sui fattori che possono portare alla ricomparsa del problema.
Tra questi sicuramente non sono da sottovalutare lo stress e le turbe emotive. Di seguito il link di un’interessante riflessione della Dott.ssa Elisabetta Vaira, psicologa clinica (clic qui).
La soluzione, come per moltissime altre patologie, risiede nell’approccio integrato. Solamente la somma di norme comportamentali, dieta ed integrazioni specifiche, approccio psicologico, terapia farmacologica, può fare la differenza.
La dieta per la candida
Proprio nell’ottica dell’approccio integrato l’alimentazione ha un ruolo cruciale.
Spesso mi capita di leggere sui blog femminili interventi a proposito della “dieta per la Candida”. Purtroppo le informazioni che trovo sono imprecise o errate e soprattutto generiche.
Senza una dovuta personalizzazione le indicazioni sono inutili.
È rinomato che sia necessario limitare gli zuccheri poiché sono “terreno fertile” per la riproduzione della Candida, tuttavia la dietoterapia è articolata e va tarata sulle caratteristiche della paziente. Essa ha una durata variabile a seconda dei casi e prevede l’utilizzo di alimenti e di integratori funzionali. La sola restrizione glucidica non è sufficiente. È necessario infatti, per poter stilare la dieta più adeguata, considerare anche altri aspetti:
-il livello di infiammazione (per valutare l’inserimento di alimenti anti-infiammatori)
-la presenza di leaky gut (alterata permeabilità intestinale) e di fenomeni fermentativi/putrefattivi intestinali (per valutare l’esclusione di sostanze che peggiorano tali processi)
-il livello di stress (per tarare il quantitativo di nutrienti necessari e la distribuzione durante il giorno)
-l’attività del sistema immunitario (per puntare su alimenti funzionali che ne potenzino l’efficacia)
-la presenza concomitante di altre patologie
Tutte queste informazioni vengono accuratamente raccolte durante la visita dietistica in modo da poter personalizzare al meglio la dieta. Ad esempio una studentessa che pratica sport intenso al pomeriggio e ha disturbi mestruali, o una lavoratrice che mangia spesso fuori casa e che soffre di insonnia, o ancora una pensionata che cucina volentieri e pratica yoga, avranno certamente necessità diverse e pur dovendo approcciare tutte e tre una dieta “anti-Candida”, ognuna di loro avrà una dieta differente.
In un primo momento la dieta dovrà essere piuttosto rigida e le integrazioni piuttosto numerose, in modo da ridurre drasticamente i livelli di Candida. In un secondo momento si potranno reintrodurre gradualmente gli alimenti esclusi, ad eccezione di quelli deleteri per la salute intestinale. Una parte fondamentale del percorso è l’ascolto del proprio corpo: ognuno di noi è diverso dagli altri e ha tempistiche differenti.
Attenzione ai prodotti fermentati che spesso in rete vengono fortemente consigliati (kefir, yogurt, crauti, miso, ecc.): in alcuni casi potrebbero aiutare il benessere intestinale, in altri (soprattutto se l’intestino è già in “fermento”) potrebbero peggiorare la situazione.
Anche l’integrazione di sostanze benefiche deve essere mirata e personalizzata: è inutile assumere fermenti lattici con casualità se non li si conosce e non si assumono quelli giusti ed è inutile assumere “cocktail” fitoterapici se non si considerano la biodisponibilità e le sinergie dei componenti. Oltretutto alcune piante e loro derivati possiedono un effetto antibatterico notevole (come ad esempio l’aglio, l’origano, il cocco, l’aceto di mele non pastorizzato, i semi di pompelmo, la corteccia di Berberis, il miele di Manuka, le spezie): assumerli in contemporanea ai fermenti lattici fa sì che essi muoiano!!
Il momento migliore per iniziare la dieta è durante l’assunzione della terapia farmacologica (se presente), oppure prima di essa. In alcuni casi meno gravi è sufficiente un’accurata dietoterapia per ristabilire il benessere. Probabilmente una donna soggetta a frequenti recidive di Candida dovrà porre molta attenzione alla sua dieta per tutta la vita, in modo da ridurne gli episodi.
Voglio inoltre sottolineare un aspetto fondamentale della terapia: non è possibile eliminare totalmente la Candida dall’intestino, è quindi sbagliato accanirsi per eradicarla. Ciò che conta è ridimensionarla in modo che rimanga confinata e in equilibrio con gli altri microrganismi presenti, senza causare sintomi patologici.
Il ventre di una donna è un giardino che porta ogni genere di frutto. Proverbio arabo
Elisa
Bibliografia & Sitografia
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18487960
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https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19261373